venerdì 6 luglio 2012

se viene l'uragano.





Take Shelter
id., 2011, USA, 120 minuti
Regia: Jeff Nichols
Sceneggiatura originale: Jeff Nichols
Cast: Michael Shannon, Jessica Chastain, Tova Stewart,
Shea Whigham, Katy Mixon, Natasha Randall, Scott Knisley
Voto: 7.8/ 10
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Premio FIPRESCI e della Critica a Cannes 2011 (oltre a una pioggia di candidature e riconoscimenti in festival di tutto il mondo per i due attori protagonisti e per l'autore) prima che, quest'anno, tornando in terra francese, Jeff Nichols facesse lo scivolone con la sua fiaba MudTake Shelter è il film più ignorato dell'anno scorso dalle grandi cerimonie di premiazione che per giustizia avrebbero dovuto rendere partecipe Michael Shannon mai visto così brillante e partecipe del suo ruolo, neanche in Revolutionary Road per il quale fu nominato all'Oscar; interpreta un Curtis tutto lavoro e famiglia, lavoro in cantiere con elmetto e occhialini e scavatrici per fare non si sa bene cosa e famiglia con moglie Jessica Chastain (il personaggio di questi mesi, sei film usciti nel 2011 e sei in uscita nel 2012 dopo averne girati quasi dieci senza che mai arrivassero al cinema) e figlia sordomuta con la quale entrambi stanno realisticamente imparando a comunicare - mica i sordomuti hanno già l'alfabeto in tasca. Succede che un paio di notti Curtis sogna cose strane, il cane che gli sbrana un braccio e il cielo che inizia a piovere giallo, e poi succede ancora, e poi i sogni «diventano sensazioni», poi disagi fisici, si vede costretto ad abbandonare i colleghi per vomitare e per tornare a casa dove ha un rifugio anti-uragano nel quale depositerà tutto il raziocinio. Far diventare quel posto un luogo abitabile a lungo termine diventerà la sua ossessione, al punto da perdere il lavoro e mezza famiglia, e lavora lavora lavora i vicini iniziano a sussurrare alla follia. La Chastain non sa cosa fare né pensare, e confida in un bravo psichiatra. Ma in uno dei suoi momenti di follia, Curtis ce lo rivela: sta arrivando una tempesta, e nessuno tranne lui sarà preparato.
Musica montaggio e telecamera giocano la sporca carta della tensione per cui noi stiamo là a guardare e guardare sapendo che qualcosa sta per accadere, qualche catastrofe prima della fine avverrà, e gran parte delle scene, dopo i primi sogni, ci chiediamo: ma sono vere oppure immaginate?
Per alcuni versi ci sembra di essere nel prequel di The Road, per altri nell'intro di Melancholia, solo che qui tutto è semplice e veritiero, la fotografia non fa bizzeffe e gli effetti speciali sono essenziali, quasi impercettibili. Un film che, come ormai non succede più, sta in piedi per una buona sceneggiatura e soprattutto per due buone interpretazioni, certo una migliore dell'altra per esigenze di copione, ma meritevole di essere visto, fino in fondo, fino alla catastrofe che ci illude di essere arrivata e che, in realtà, non è ancora quella vera.

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