sabato 10 novembre 2012

Disney Inn.



Hotel Transylvania
id., 2012, USA, 89 minuti
Regia: Genndy Tartakovsky
Sceneggiatura originale: Peter Baynham & Robert Smigel
Soggetto: Todd Durham, Dan Hageman e Kevin Hageman
Voci originali: Adam Sandler, Andy Samberg, Selena Gomez,
Kevin James, Fran Drescher, Steve Buscemi, CeeLo Green
Voci italiane: Claudio Bisio, Davide Perino, Cristiana Capotondi,
Paolo Marchese, Graziella Polesinanti, Luca Dal Fabbro, Luigi Ferrario
Voto: 6.9/ 10
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Se avete presente anche solo lontanamente chi è stato Carletto dieci anni fa, non potrà non saltarvi alla mente come prima idea nel vedere il Conte Dracula, Frankenstein, il lupo mannaro e un umano nella stessa scena, nella stessa casa. Ma i riferimenti (volontari o no?) sono in realtà molti di più, ed uno di essi alla fine viene esplicitamente mostrato in una versione animata del Twilight strazio con protagonista mezzo nudo e muscolosissimo («ecco come ci disegnano», dice sconsolato il Conte Pipistrello).
Perché siamo di fronte all'ennesima Sirenetta che non può amare Eric in quanto lei mezza pesce e lui tutto umano, di fronte a Belle che nonostante umana riesce ad amare Adam la Bestia, di fronte a Mulan eroina post-romantica che come la Sirenetta si sente “diversa” dagli altri e non sa se la sua diversità sia un bene o un male, di fronte a Nemo che litiga col padre o, maglio, a Merida che litiga con la madre.
Temi (la diversità, l'amore impossibile, il rapporto padre-figlio) che anche i peggio cartoni (L'apetta Giulia E La Signora Vita) hanno portato sullo schermo e, purtroppo, continueranno a farlo (Pixar inclusa?). Ma de La Sirenetta c'è anche un'altra cosa: la scoperta del mondo, la curiosità verso tutti i luoghi che non si possono vedere, che non si possono raggiungere, perché, da quando la madre Marta è morta, la appena centenaria Mavis figlia del Conte Dracula di Transylvania è sempre rimasta chiusa nel castello di famiglia appiccicata al padre e alla servitù e, una volta all'anno, a tutta una serie di simpatici ospiti giunti a festeggiare il di lei compleanno. Per queste calate cadenzate, il padre decide allora, quando la figlia è ancora in fasce, di far costruire una sorta di residence, un hotel maestoso, dove gli ospiti poco avvezzi alla vita urbana possano rifugiarsi per salvarsi dalle crudeltà umane.
Paradosso: guardiamo un cartone animato privo di “cattivi” dove i cattivi per eccellenza sono in realtà vittime di gente banale - credono loro - che morde i piedi, ruba biscotti, trafigge cuori, impaletta. Questo terrore generale tra i mostri ha portato la razza a non uscire più in strada e a non scoprire che, in realtà, le persone pensano alle loro cose, ingrassano, girano col cane, e da mostri si travestono alle feste.
Succede che, per il compleanno più importante della ragazzina, il 118esimo, nell'hotel di famiglia già tutto riempito di pezzi di zombie, coppie di scheletri, figli di lupi, esseri gelatinosi, compare tale Johnny venuto dal mondo umano col suo zaino da tedesco in spalla e la conoscenza dei continenti interi. Verrà mascherato e nascosto e smascherato, ma...
L'animatore di casa Cartoon Network Genndy Tartakovsky abbandona le defunte Superchicche, Samurai Jack, Il Laboratorio Di Dexter che gli hanno fatto vincere numerosi Emmy e Annie e si concede alla Columbia di casa Sony per dirigere una pellicola scritta da due esperti di comicità americana, Peter Baynham (collaboratore di Sacha Baron Cohen e sceneggiatore del bel Arthur Christmas) e Robert Smigel (autore del Saturday Night Live), che non fanno grandi sforzi e ci fanno ridere quando devono, per i luoghi comuni sui mostri o per la loro improvvisa ridicolezza nel contesto.
Miracolosamente, gli intrufolati al doppiaggio italiano (Claudio Bisio che ormai ha fatto l'abitudine, Cristiana Capotondi) non ci fanno rabbrividire ma certo sarebbe stato meglio sentire l'originale Fran Drescher (ve la ricordate?) insieme all'infante Selena Gomez e a CeeLo Green nell'imbarazzante canzone finale “Zing”.
Nessuna fretta di correre al cinema: presto sarà su Italia 1.

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