lunedì 22 aprile 2013

gli attori dietro ai pini.



Come Un Tuono
The Place Beyond The Pines, 2013, USA, 140 minuti
Regia: Derek Cianfrance
Sceneggiatura originale: Derek Cianfrance,
Ben Coccio e Darius Marder
Cast: Eva Mendes, Ryan Gosling, Bradley Cooper,
Ray Liotta, Dane DeHaan, Ben Mendelson
Voto: 7.2/ 10
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“Se corri come un fulmine ti schianti come un tuono” sostituisce il ben più poetico titolo originale Il Posto Al Di Là Dei Pini che il poetico Derek Cianfrance ha dato alla sua seconda opera dopo che nella prima ha reso la poesia della relazione di coppia raccontando il primo e l'ultimo giorno di un matrimonio, di una conoscenza, di una routine, di un'amore finito da una delle due parti. C'erano, in quel film, due attori magistrali (Ryan Gosling e Michelle Williams) e c'era una struttura a scatole che tanto ci piace sul grande schermo; c'è, in questo nuovo tanto atteso film, sempre Ryan Gosling, che è magistrale solo per mezz'ora, e c'è una storia che scorre cronologicamente saltando anche archi temporali di dieci anni senza particolari digressioni: il motociclista Luke, bello e fenomeno in baracconi gremiti di gente stupita di fronte alle moto che girano e girano nelle sfere d'acciaio senza mai scontrarsi, scopre, incontrando di nuovo un'occasionale scopamica che lascia insieme alla città, di averle dato un figlio, quasi un anno prima, e nel prendere in braccio questo pupetto s'intenerisce e comincia a fare la parte del padre assente che vizia e riempie di soldi. Ma i soldi, se li procura in modi bislacchi, che lo porteranno a fare una finaccia – e qui pensiamo che il film finisca, invece no: ci racconta cosa succede a chi questa finaccia la provoca, e al senso di colpa che sulle spalle gli pesa come una croce, il Bradley Cooper così caruccio con la barba che qua, liscio liscio, ci fa un po' impressione, e non riusciamo a staccare dal ruolo de Il Lato Positivo. E quando pensiamo che il film finisca, raccontando del figlio di questo, e del figlio di quell'altro, il film non finisce!, va avanti!, e noi no, stiamo fermi, in sala davanti a lui. E come una matassa il cui filo si disperde sul pavimento, la storia va, sempre di più allontanandosi dal gomitolo di partenza, senza nessuno che la tenga ferma, che la incorpori a qualcosa: ed è questo il problema – i vari episodi sembrano episodi e non tasselli di un film; sembra che ci venga raccontata una storia sgretolata. Addirittura inconcludente. L'assenza di un padre, da una parte e dall'altra, porta alla solita sbandatezza adolescenziale e all'emulazione, e dunque?, questo posto oltre i pini rappresenta ciò che non c'è più o che non c'è mai stato e che s'inventa, verso un finale aperto più che mai. Ma salvano la sceneggiatura – non debole ma imperfetta – le facce degli attori e i colori della fotografia; persino Eva Mendez è giusta per il ruolo, e si fa invecchiare, stancare, impoverire. Ma sono attori costretti in personaggi totalmente privi di originalità o di spessore psicologico: l'ex amante che preferisce la stabilità per assicurare al figlio un futuro migliore; il bandito che cerca di farsi amare con l'unico strumento che può procurarsi, la moneta; il poliziotto buono stanco della malavita intorno a lui che vive col senso di colpa per l'unico errore fatto; il figlio che senza padre cresce tra erba, festini, botte e silenzi. Dove sia finita, ci domandiamo, tutta quella poesia che era in Blue Valentine?, dove due personaggi qualunque, senza passato e senza storia, venivano delineati così bene, gli venivano messe in bocca parole così strazianti... Il paradosso è che quel film l'Oscar l'ha sfiorato e questo potrebbe invece, ingiustamente, conquistarlo.

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