lunedì 27 maggio 2013

#Kechiche



Attenzione a non chiamarlo “film lesbo” quello che ha vinto la sessantanovesima Palma d'Oro al Festival di Cannes 2013; apprezzato persino dalla Radio Vaticana che lo ha definito «ricco di scene indimenticabili», «un'esplosione di sentimenti», recensito bene da tutti, già in odore di premio, La Vie D'Adèle (letteralmente: La Vita Di Adele, ma ha titolo inglese Il Blu È Un Colore Caldo come la graphic-novel da cui è tratto) conquista il massimo riconoscimento senza prendere quello per le attrici, elogiate a onor del vero più della pellicola in sé, la diciannovenne Adèle Exarchopoulos e la richiestissima Léa Seydoux (entrambe nella foto, col regista Abdellatif Kechiche, che ha dedicato il premio alla sua Turchia natale) – perché la Palma all'Interpretazione Femminile è andato alla Bérénice Bejo di The Artist per Il Passato di Asghar Farhadi (pure questo profumato di qualche vittoria). Miglior attore l'anziano Bruce Dern per la pellicola in bianco e nero di Alexander Payne (Paradiso Amaro), Nebraska, osannato più del resto dell'alta competizione insieme a Inside Llewyn Davis dei fratelli Coen, Gran Premio della Giuria applauditissimo – e qui ha ritirato la Palma ai registi l'attore Oscar Isaac mentre il premio per Dern l'ha ritirato Payne. Miglior Regista: il messicano Amat Escalante per Heli, che come l'altro messicano che vinse lo stesso premio l'anno scorso, confeziona una pellicola di dubbia qualità cerebrale ma con scene indimenticabili – tipo la tortura con bruciatura di pene finale. Miglior Sceneggiatura: Jia Zhang-Ke per il cinese A Touch Of Sin. Premio della Giuria: Like Father, Like Son, lo scambio di bambini diretto dal giapponese Hirokazu Kore-Eda.
Neanche questa volta – dopo This Must Be The Place – Sorrentino porta a casa niente, ma ci consoliamo con i due premi vinti da Salvo e quello vinto ex-aequo dalla Golino: Miele ha infatti ottenuto la Menzione Speciale della Giuria Ecumentica insieme al Like Father, Like Son di cui prima, mentre il Premio vero e proprio se l'è aggiudicato Il Passato di Farhadi. La Golino, al suo debutto dietro la macchina da presa, avrebbe potuto sperare nella Camera d'Or, all'opera prima, andata invece a Ilo Ilo, dal Singapore, presentato nella Quinzaine, storia di una famiglia e della domestica filippina pari pari a A Simple Life.
Dopo l'interruzione, tutti i premi.

Competizione Ufficiale
Palma d'Oro al Miglior Film: La Vie D'Adèle di Abdellatif Kechiche (Francia)
Gran Premio della Giuria: Inside Llewyn Davis di Joel & Ethan Coen (USA)
Miglior Regia: Amat Escalante per Heli (Messico)
Premio della Giuria: Like Father, Like Son di Hirokazu Kore-Eda (Giappone)
Miglior Sceneggiatura: Jia Zhangke per A Touch Of Sin di Jia Zhang-Ke (Cina)
Miglior Attrice: Bérénice Bejo per Il Passato di Asghar Farhadi (Francia/ Iran)
Miglior Attore: Bruce Dern per Nebraska di Alexander Payne (USA)

Cortometraggi
Palma d'Oro al Miglior Corto: Safe di Moon Byoung-Gon
Menzione Speciale: ex-aequo Whale Valley di Gudmundur Arnar Gudmundsson e 37°4S di Adriano Valerio

Camera d'Or all'Opera Prima: Anthony Chen per Ilo Ilo (Singapore)

Un Certain Regard
Miglior Film: The Missing Picture di Rithy Panh
Premio della Giuria: Omar di Hany Abu-Assad
Premio alla Regia: Alain Guiraudie per Stranger By The Lake
Premio A Certain Talent: l'intero cast di La Jaula De Oro di Diego Quemada-Diez
Premio Avvenire: Fruitvale Station di Ryan Coogler

Cinefondazione
Primo Premio: Needle di Anahita Ghazvinizadeh
Secondo Premio: Waiting For The Thaw di Sarah Hirtt
Terzo Premio: ex-aequo In The Fishbowl di Tudor Cristian Jurgiu e Pandas di Matús Vizár

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