sabato 14 giugno 2014

Nick & Meg.



Le Week-End
id., 2013, USA, 93 minuti
Regia: Roger Michell
Sceneggiatura originale: Hanif Kureishi
Cast: Jim Broadbent, Lindsay Duncan, Jeff Goldblum,
Olly Alexander, Judith Davis, Xavier De Guillebon
Voto: 8.2/ 10
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«Nick e Meg», così cominciano tutte le recensioni e le trame di questa pellicola: ci sono Nick e ci sono Meg che trascorrono un fine settimana a Parigi per celebrare i trent'anni di un matrimonio apparentemente traballante, professore universitario lui, insegnante di Biologia lei, arrivano in Francia e noi li conosciamo e seguiamo minuziosamente da qui: dal primo deludente albergo in cui entrano al secondo, lussuoso e forse impossibile da permettersi; i pranzi fuori, le cene senza conto, le passeggiate tra vie e chiese e taxi ma soprattutto i dialoghi, i discorsi, i battibecchi, le liti. Il potere di questo film, oltre che in due attori in stato di grazia altissima (Jim Broadbent sempre meraviglioso, era il capo-famiglia di Another Year altrettanto tenero ma con un'altra consorte; Lindsay Duncan si era ritagliata a fatica piccoli segmenti in Sotto Il Sole Della Toscana e poi Alice In Wonderland e qui esplode in tutta la sua sapiente ironia) è una sceneggiatura quasi magistrale firmata da Hanif Kureishi, alla quarta collaborazione con l'autore del cult dei cult degli anni '90 – che dopo una gavetta tra il teatro shakespeariano e Beckett approdò in sala col Notting Hill che Canale 5 passa in prima serata da allora, regista di cui poi ci siamo dimenticati (i film più recenti sono gli stroncati Il Buongiorno Del Mattino e A Royal Weekend), Roger Michell. «Insieme facciamo i film che non potremmo fare con altri» ha detto Michell parlando del suo sceneggiatore, il quale gli aveva proposto questo copione sette anni fa, quando poi hanno effettivamente vagato per le strade francesi a fare quello che Nick e Meg adesso fanno, ora che hanno due volti a cui è stato possibile pensare lentamente. Michell è capace di seguire la coppia di anziani, luogo comunque nel suo più recente cinema, tra gli alti e bassi, le cadute e i giuramenti rinnovati. Le Week-End è, infatti, un film senza peli sulla lingua, che mostra e dimostra come a sessant'anni si covi ancora del desiderio sessuale, ammazzato dalla consapevolezza del proprio aspetto fisico in decadimento; è fatto della voglia di fermare il tempo, la non accettazione di deperire, la conoscenza del mondo e dell'altro che porta al menefreghismo verso certi sistemi etici. Nick e Meg stanno insieme da così tanto tempo che ormai hanno dimenticato gli errori commessi, i tradimenti, allo stesso modo in cui se ne ricordano e li sfoderano come arma all'occorrenza. La stanchezza della presenza sempre costante della stessa persona contrasta con l'incapacità di farne a meno, e crea una serie di scompensi che li fanno litigare e sorridere nello stesso minuto. È un film-verità che sfocia, come molte pellicole del genere, nella cena-scoperta a casa altrui. Invidiosi della condizione di chi, invece, ce l'ha fatta, toccheranno con mano propria la società dell'oggetto e della finzione, dell'apparenza e del sogno non infranto, per rendersi conto che il sentimento, la serenità, si trovano in un posto che hanno già scovato. Altro merito, oltre al finale tutto francese, è il non dire troppo e non dire troppo poco: la presenza del figlio, il motivo del viaggio e quello di un licenziamento, ci vengono svelati poco a poco perché noi spettatori entriamo e usciamo dalla storia in punta di piedi e tutto ciò che possiamo fare è solo ascoltare e cercare di capire. Il botta-e-risposta continuo, tanto arguto da sfociare nell'impossibile, e questi due caratteri così ben delineati rendono credibile ogni scena, anche la più assurda (vedi alla voce: fuga dal ristorante).
Per persone intelligenti, anziani adolescenti e per giovani maturi.

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