venerdì 26 dicembre 2014

che sussurrava ai cavalli.



St. Vincent
id., 2014, USA, 102 minuti
Regia: Theodore Melfi
Sceneggiatura originale: Theodore Melfi
Cast: Bill Murray, Jaeden Lieberher, Melissa McCarthy,
Naomi Watts, Chris O'Dowd, Terrence Howard
Voto: 6.9/ 10
_______________

La candidata all'Oscar (per la parte che le ha cambiato la vita dopo la lunga esperienza in Gilmore Girls) Melissa McCarthy si trasferisce con il figlio (all'azzeccato debutto cinematografico) in una nuova, tipica casetta americana fatta di due piani, giardino esterno, steccato e vicino. Gli uomini del trasloco sbattono con il camion contro un albero apparentemente centenario, da cui un ramo cade e si schianta contro una macchina d'epoca parcheggiata, mentre il recinto s'inclina e si spacca. Non il modo migliore per presentarsi al neighborhood, soprattutto se il soggetto proprietario della merce in sfacelo è un Bill Murray ubriacone, lurido, misantropo, scontroso, perennemente arrabbiato, approfittatore, spendaccione e col vizio del gioco oltre che delle ladies night – una delle quali ha messo incinta costringendola a non poter più strusciarsi al palo per guadagnare il poco di cui vivere, ed è una Naomi Watts dall'accento russo trasformata magicamente, credibilissima nel ruolo a partire dagli improbabili vestiti. Murray, che è il Vincent del titolo e l'incarnazione del film, minaccia la denuncia alla compagnia di traslochi e vuole in cambio uno steccato nuovo, visto che l'albero non si può rimontare, e la McCarthy gli dà questo e altro, e l'altro sarebbe il figlio Oliver, brillante quanto magro ed isolato bambino-spugna che coglie la separazione dei genitori che si fa sempre più dura e la necessità, per la madre, di lavorare fino a tardi in quanto la scuola che ha da pagare non sia proprio economica. È una scuola fissata con la santificazione di cui vediamo solo le lezioni di religione e di educazione fisica: nel primo caso don Chris O'Dowd ci illumina sui credi del mondo, nel secondo caso il bullismo impazza e gli insulti pure. Costretto a stare dal vecchio, cattivo, antipatico vicino mentre la madre è ancora a lavoro, Oliver imparerà l'autodifesa, le scommesse all'ippodromo, le case di riposo per anziane malate dove la moglie di Vincent è ricoverata. Scoprirà un altro lato dell'uomo più burbero del quartiere che tanto burbero non è, e se lo fa è solo perché ne ha passate tante. Da Scrooge al Grinch, per restare in tema natalizio, quanti ne abbiamo visti di personaggi scontrosi che già dal principio sappiamo cambieranno nel tragitto; lo scarto di valutazione sta sempre in quel mentre, nei modi in cui si passa dal cattivo al buono – per quanto non si tratti di cattiveria, né la metamorfosi sia totale: i titoli di coda ci dimostrano che Vincent in realtà non migliora neanche molto, con un pargolo in casa e un bambino che gli vuole bene affianco. Prende a cuore la situazione di Oliver ma chiede sempre qualcosa in cambio, a causa dei soldi che infinitamente gli mancano, al primo litigio mette una pietra sopra – lui e il sacerdote della scuola sono la fonte dell'umorismo e del cinismo di questa commedia come tante ma forse più sfacciatamente divertente. «I fondatori di questa nazione non erano proprio ambientalisti» dice Vin, che ne ha una per tutti, e in questa frase sta forse la volontà di parlare di stranieri e americani, giovani e vecchi, divorziati e anziani padri, senza filtri e senza pregiudizi, per una tavolata bizzarra che nessuno si sarebbe aspettato eppure fa sentire l'idea di famiglia. Un largo scivolone nella commozione a tutti i costi verso la fine, per spiegare il titolo della pellicola, che in America non può mancare mai, ma comunque un piacevole film non di-Natale ma in sala al momento giusto.

Nessun commento:

Posta un commento