giovedì 14 maggio 2015

#CANNES68: il circo.



Il Racconto Dei Racconti
id., 2015, Italia/ Francia/ UK, 125 minuti
Regia: Matteo Garrone
Sceneggiatura non originale: Edoardo Albinati, Ugo Chiti,
Matteo Garrone e Massimo Gaudioso
Basata sul romanzo Lo Cunto De Li Cunti Ovvero
Lo Trattenemiento De Peccerille di Giambattista Basile
Cast: Salma Hayek, Vincent Cassel, Toby Jones, John C. Reilly,
Shirley Henderson, Hayley Carmichael, Bebe Cave,
Stacy Martin, Christian Lees, Jonah Lees, Alba Rohrwacher,
Giselda Volodi, Massimo Ceccherini, Jessie Cave, Franco Pistoni
Voto: 8.5/ 10
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Tre regni, e tre monarchi: il primo, John C. Reilly, perde la vita realizzando il sogno della moglie regina Salma Hayek: «sentire la vita crescerle dentro», ma per farlo, dice il negromante cui la coppia si rivolge, serve che una vita venga strappata: e il consorte finirà col perire strappando il cuore a un drago marino che una vergine dovrà cucinare e che la Hayek dovrà mangiare. La quale vergine, si scoprirà altrettanto incinta: e i due bambini nasceranno pressoché identici, giocheranno a scambiarsi, ma saranno divisi dal solito ceto sociale: principe e servo, incatenato e liberi. Il secondo monarca, Vincent Cassel: si lascia stregare dalla voce di una donna, che crede una fanciulla – lui che per le fanciulle ha un debole noto, al punto da ammucchiarcisi ai funerali; la invita a dormire nel castello e la scopre vecchia, la lancia dalla finestra: questa vivrà il miracolo della giovinezza, dopo aver tentato un casereccio ringiovanimento, accompagnata dalla sorella: ed è proprio questa sorella a pagare per la fortuna familiare – che come ogni cosa non è eterna. Terzo monarca, Toby Jones morbosamente legato alla figlia, la bravissima Bebe Cave, concederà la di lei mano solo all'uomo che risolverà un enigma quasi impossibile: anche se dovesse essere un orco. La poverina, figlia di tanto amore, si ritroverà a concedersi carnalmente tra le ossa degli animali, a scuoiarli, vivere tra le rocce. Miracoloso ma evanescente sarà l'intervento dei circensi Alba Rohrwacher e Massimo Ceccherini, azzeccatissimi per il ruolo che sottolinea l'aspetto boccaccesco dell'opera, buffoni di corte già al cospetto della regina sterile: miracoloso e cruento, crudissimo, a evocare il curriculum del regista. Tre monarchi ma in realtà un film sulle donne: sulle femmine e sui loro legami di sangue – a un figlio, a un padre, a una sorella. E non è un caso che siano indimenticabili la Maria di Gomorra e quella del manifesto del nostro secolo, Reality. Pareva una mossa azzardata, dopo la celebrità dei film precedenti, che Matteo Garrone girasse un film fantasy con cast internazionale e in lingua inglese – anche perché gli italiani all'estero sono pericolosi – ma la furbizia, l'intelligenza è stata nel lasciare le cose così come sono: le storie così come sono. De Lo Cunto De Li Cunti Ovvero Lo Trattenemiento De Peccerille (la cui migliore edizione italiana parrebbe essere Garzanti) cancella la cornice e sceglie tre delle cinquanta novelle, cunti perché a narrarle sono fattucchiere. A differenza dei Taviani le incastra, seppur minimamente, e a differenza dei Taviani porta le maestranze a livelli impressionanti: i costumi sono da Oscar così come le scenografie, spesso pugliesi, certe trovate della fotografia che limita l'eccessiva presenza del digitale tra il buio e l'esplorazione marina (immense le scene in acqua, quasi quanto la sequenza del labirinto), e la musica di Alexandre Desplat che esplode già in principio, come nel film precedente. Gli si perdona dunque l'essere andato altrove per raccontare un trittico napoletano; perché invece di giocare agli archetipi della fiaba, si riappropria della fiaba come archetipo e la consegna nella sua interezza, nella sua complessità, nel suo galoppare di eventi (alla fine ci si dimentica quasi l'inizio), e soprattutto nella sua spietatezza, senza edulcorarla come siamo stati abituati a leggere e vedere – senza strafare posticciamente (Alice, Maleficent) e soprattutto senza aver paura del silenzio, ammutolendo l'incessante musica quando ci si spaventa, ammutolendo gli attori quando non c'è bisogno che parlino, senza la necessità di un ritmo continuo, terrorizzato dalla noia, dato già dalla trama: Il Racconto Dei Racconti si potrebbe affiancare soltanto al Labirinto Del Fauno nel suo essere storia gotica ma coi piedi ben piantati in terra, nel suo avere mostri-umani esistenti fisicamente, a raccontare ciò che tutti cercano di raccontare (l'eterna giovinezza, la paura della vecchiaia, della bruttezza, la lussuria, l'amore figliale e quello paterno) partendo dalla favola ma senza mai toccarla veramente: e non è un caso che Basile sia stato avvio di storie come La Bella Addormentata o Cenerentola.

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