sabato 6 giugno 2015

ordine e progresso.



È Arrivata Mia Figlia!
Que Horas Ela Volta?, 2015, Brasile, 114 minuti
Regia: Anna Muylaert
Sceneggiatura originale: Anna Muylaert
Cast: Regina Casé, Antonio Abujamra, Helena Albergaria,
Karine Teles, Lourenço Mutarelli, Michel Joelsas,
Louis Miranda, Camila Márdila, Theo Werneck
Voto: 7.7/ 10
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Val lavora come domestica nella villa con piscina di un ereditiere e della sua compagna fashionista da quando il figlio di questi era un bambino che domandava: a che ora torna la mamma (titolo originale del film)? Adesso il ragazzo si sta preparando per gli esami d'ammissione all'università e a Val arriva notizia che pure sua figlia ha intenzione di prendere la laurea: in Architettura, e a San Paolo, dove lei vive e lavora. Si rincontreranno così dopo dieci anni, dieci anni di cui non abbiamo informazioni se non che Val ha sempre lavorato per provvedere al mantenimento della ragazza – nonostante ciò questa si sente figlia di qualcun altro, e paradossalmente il figlio dei padroni si fa abbracciare solo da Val, sempre per il concetto per cui genitore è chi ti cresce. Arrivata infine in città, Jessica, la figlia di Val, scopre di dover abitare dove quella spolvera rassetta e cucina: dichiarando che non si sente superiore agli altri, ma nemmeno inferiore, si comporta come un'ospite riverita e non come la figlia della serva. Alcuni prenderanno una boccata d'aria di cambiamento, altri scopriranno inesistenti ratti. Val, intanto, guarderà sua figlia come un'aliena: «certe cose non si insegnano: possibile che tu non sappia come comportarti in casa dei signori?». La regista Anna Muylaert, già a Berlino come sceneggiatrice de Il Giorno In Cui I Miei Genitori Andarono In Vacanza, ha dichiarato di vedere, nelle sue protagoniste, le parole della bandiera brasiliana: ordine e progresso. La madre, rispettosa e devota alla famiglia per cui lavora, e la figlia, incapace di distinguere le gerarchie o di farne parte. Ancora, la regista voleva sfatare il chliché dei bambini della servitù che sono destinati allo stesso futuro poco radioso: perciò mette nei piani di Jessica un mestiere nobile, l'Architettura, a cui lei guarda con sbigottimento dalle finestre dei grattacieli. Jessica rappresenta il cambiamento del Brasile stesso: un Paese che, dalla sua scoperta cinquecento anni fa, è sempre stato governato da persone ricche, fino all'ultimo presidente, un uomo umile che ha lavorato per le persone umili. Ci sono voluti vent'anni per portare a compimento la pellicola: l'idea era nata insieme a suo figlio, in un periodo in cui tutti avevano tate e domestiche; ma non si sentiva ancora pronta per affrontare il tema (che la ossessiona: «la madre è il nostro primo contatto con l'esterno, è il nostro primo contatto in tutto; ma il lavoro della madre non è valorizzato in Brasile né in altri Paesi del Sud America: una tata guadagna meno di cinquecento euro al mese». Ma finalmente si sposta dall'asse verticale della madre-potere a quello orizzontale dei fratelli in un film, già in fase di montaggio, dal titolo provvisorio Di Mamma Ce N'è Una Sola, sull'identità – anche di genere); c'è ritornata dopo tempo, con una prima versione ambientata a Rio e con un atto sessuale consumato non appena la ragazza arriva in casa del padrone: scena che le ha fatto pensare spesso a Teorema di Pasolini, a cui lei per prima paragona il suo film (effettivamente vicino: ma lontano anni luce). «Mi sembra di star facendo un film italiano» si diceva durante le riprese, poi alla prima romana gliel'hanno detto i giornalisti, e se n'è rallegrata. Invece il film è portoghese nell'osso: Regina Casé parla in un accento dell'est che non è quello dei suoi “padroni”, «quando il film finirà su internet, scaricatelo e guardatelo in lingua originale» ci dice, dato che la prima proiezione è stata doppiata. Nei vent'anni di preparazione, poi, la fede buddista le ha permesso di ponderare gli eccessi: non è un caso che per tutto il film ritorni sempre un servizio di tazzine (fatto costruire appositamente) in cui le nere si sposano con le bianche, fino a rappresentare un tema razziale sempre più eliminato dal copione. Premio Speciale della Giuria al Sundance per le interpretazioni femminili (straordinaria la Casé: riesce a far diventare commedia un film drammatico; più ordinaria Camila Márdila), Premio del Pubblico e Premio C.I.C.A.E. nella sezione Panorama di Berlino.

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